sabato 27 gennaio 2007

BUENOS AIRES 4

Quando leggerete questo messaggio probabilmente io saro' in cielo, anche se detto cosi' non mi suona benissimo. Alle 18:20 atterrero' alla Malpensa, in tempo per correre a casa a farmi una scorpacciata di pasta, visto che non ne mangio da due mesi.

Il mio viaggio finisce, e con lui questo blog. Colgo l'occasione per ringraziarvi: i vostri commenti e le vostre mail non mi hanno fatto sentire mai solo. Mando anche un grazie speciale alla grande sorella Francesca. Putroppo non sono riuscito a raccontare davvero tutto: non vi ho detto di quando ho visto una tizia prendere a pugni due poliziotti a Manaus e i due poliziotti, senza fare una piega, massacrarla a manganellate; di quando sono andato a godermi un tramonto ad Ipanema e ho capito troppo tardi di essere finito nella spiaggia gay; di quando mi sono finto un tenente degli Alpini esaltato, solo per riuscire a farmi vendere una t-shirt che non sarebbe stato legale acquistare; del pesce che servono a Leticia, pesce che misteriosamente ha le ossa e non le spine; di quando un guardiano notturno a Lima mi ha aggredito verbalmente ed io, impazzito, gli ho gridato contro l'Infinito con tono incazzatissimo, ottenendo le scuse del poveraccio...

Ora in fondo in fondo non vedo l'ora di tornare a tutte le piccole, care, familiari abitudini che tanto mi mancano, come percorrere la strada della mia citta' che percorro per andare al lavoro: la strada, sempre quella; la citta', sempre quella; il lavoro, sempre quello. Gia', non vedo proprio l'ora.

Viaggiare e' stato davvero bello, ma la cosa piu' bella di tutte e' tutto quello che c'e' tra il "Chissa' che succedera' oggi?" del mattino e il "Pero', che giornata che e' stata!" della sera. Rivivere la quotidianita' serve solo perche' e' l'unico modo per dare risposte a domande come "Avro' imparato qualcosa?", "Come saro' cambiato?", "La mia vita sara' piu' serena?", e la domanda piu' importante di tutte: "E ora quanti lustri dovro' lavorare prima di poter avere altre ferie?"



Sto tornando, gente. In tutti i sensi.

BUENOS AIRES 3

La mia ultima serata a Buenos Aires e' stata resa meno malinconica da Hugo e Norma, genitori di un mio collega nonche' squisiti anfitrioni, che mi hanno prima scarrozzato in giro per la citta', poi mi hanno fatto sentire meno caprone parlandomi di Borges e Pavese, infine mi hanno pazientemente portato a vedere uno spettacolo di tango. Curioso come il ballo che e' il simbolo dell'Argentina, e forse l'unico elemento culturale autenticamente e totalmente argentino, si possa vedere ad alto livello solo in spettacoli per turisti. Ancora piu' curioso come, dopo aver visto numeri da Las Vegas, camerieri grugnenti, turisti flashanti, "Don't Cry for me Argentina" spacciata come musica autoctona (a mio parere rappresenta invece la vera e comprensibile ragione per la guerra delle Falkland, avendola composta un inglese) ed eseguita in un tamarrissimo sventolio di bandiere argentine e volo pezzetti di stagnola tipo finale di Champions' League, posso dire che lo spettacolo mi e' comunque piaciuto molto. Forse perche' i numeri di vero tango erano davvero eccezionali. E credetemi, il tango e' davvero eccezionale: e' forse l'unico ballo nel quale i ballerini maschi possono ballare bene pur sembrando comunque eterosessuali.
Quanto alle ballerine femmine, putroppo non posso fare alcun commento: questo sito e' aperto a tutti, potrebbe leggerlo un bambino. E nessuno dei commenti che farei puo' essere letto da un bambino.

venerdì 26 gennaio 2007

BUENOS AIRES 2

Se volete una conferma del fatto che le Brasiliane siano le donne piu' belle del mondo, non dovete far altro che andare a Rio.
Se invece volete confutare questa affermazione, non dovete far altro che venire a Buenos Aires.
Le Brasiliane si tingono i capelli.
Le Argentine se li fanno crescere.
Le Brasiliane ridono sempre.
Le Argentine sorridono sempre.
Le Brasiliane fanno vedere.
Le Argentine fanno intuire.
Le Brasiliane ti guardano.
Le Argentine si fanno guardare.
I gusti sono gusti, ma per quanto mi riguarda non c'e' storia: le chicas stracciano le garotas.

BUENOS AIRES

Dopo quattro ore di volo (non del tutto a mio agio: avevo a fianco un ufficiale in divisa. Sapete com'e': un aereo argentino, con un militare li' vicino...) eccomi a Buenos Aires. Che dire: qualunque cosa stiate facendo, mollate tutto e trasferitevi qui. Questo posto e' la citta' piu' citta' che abbia visto.

giovedì 25 gennaio 2007

USHUAIA 3

Sara' la pioggia?
Ushuaia che e' una mezza ciofechina?
O lunedi' che si avvicina implacabile?
Sono di umore nervosetto.

Per fortuna mi ha tirato su di umore la mamma al telefono, con parole di speranza e conforto:
"Non t'illudere, Paolo. Questo viaggio non servira' a cambiarti. Ti rimarra' qualche bel ricordo, ma in poco tempo il tran tran ti ingoiera' di nuovo e tornerai quello di sempre. Non si sfugge."

mercoledì 24 gennaio 2007

ANTEPRIMA



Sempre peggio.

ANTEPRIMA



Funziona!