E' dura mangiare sulle Ande per chi odia il mais. Escludendo i pseudo-fast food locali e gli onnipresenti locali, dove ti servono le "Fetuccini Alfreddo con ragu de Venecia" (sic) mi sono lanciato sulle tracce degli indigeni, cercando con cura un posto dove ci fossero solo i locali.
Ho cosi' scoperto i cicharrones, in pratica pezzi di grasso delle forma e delle dimensioni del cubo di Rubik, con attaccate tracce di carne di porco, del colore e della consistenza dell'alabastro. A guarnire, le cipolle, che qui mettono ovunque, e quello che eufemisticamente potrei definire un sashimi di patate.
La salvezza viene dalla birra locale, piu' che accettabile, e da una specie di salsa bearnese arricchita al plutonio.
Visto che il mio coltello non riusciva a scindere la carne dal grasso, ho dovuto prendere in mano i gialli, viscidi, sguscianti cubi di grasso per strapparne coi denti le molecole di carne. Cosa che mi ha messo al centro di una serie di occhiate disgustate da parte degli educati peruviani.
Sono entusiasta. Viaggiare e' meraviglioso.
Domani vado a Macchu Picchu, a parlare faccia a faccia con gli Dei Inca. Spero che non si montino la testa.
GRANDI DOMANDE: Quando qui qualcuno mi si avvicina ammiccante con delle cartoline in mano, capisco che vuole vendermi delle cartoline. Quando qualcuno mi si avvicina ammiccante con dei guanti, capisco che vuole vendermi i guanti. Quello che non capisco e' cosa accidenti vogliano vendermi i tizi che mi si avvicinano ammiccanti che si tappano con un dito una narice e aspirano forte con l'altra.
mercoledì 13 dicembre 2006
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1 commento:
credo che vogliano venderti qualcosa contro il raffreddore. o forse anche per il raffreddore.
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