venerdì 12 gennaio 2007

AI PIEDI DEL FITZ ROY

Dunque, di solito funziona cosi': ti chiedono di dove sei, tu gli dici "Italiano", e loro commentano "Ah, Cannavaro!". In alternativa "Ah, Materazzi!", o "Ah, Berlusconi!" o "Ah, la Ferrari!". E' un approccio-simpatia standard, che dovrebbe farti sentire quanto il mondo in fondo e' piccolo e sei vicino a casa.

L'altro giorno, solita domanda, solita risposta. Ma il commento e' stato "Ah! Ornella Muti!"
Questa e' la Patagonia, dove anche gli approcci-simpatia standard ti fanno sentire quanto il mondo e' grande e quanto sei lontano da casa.

Sto percorrendo ogni giorno centinaia di chilometri (sempre senza asfalto, scusate se lo ripeto, ma il mio sedere insiste perche' io vi faccia condividere le sue sofferenze) in un posto sempre piu' allucinante, in un viaggio sempre meno Muccino e Salvatores e sempre piu' Sergio Leone e Easy rider. Il vento soffia tanto, sempre e da tutte le direzioni, rendendo inutile alzare la voce (non ci si sente comunque), ma decisamente molto avventuroso fare pipi' per strada. E soprattutto e' un vento che ti sballa le distanze, perche' rende l'aria cosi' tersa da farti sembrare vicino cio' che magari e' a centinaia di chilomentri. Fissi una nuvola fuori dal finestrino, mentre l'unica novita' della sterminata pianura e' quando incroci un nandu' o un'altra auto. Dopo un'ora non e' cambiato assolutamente nulla. Dopo trenta secondi sei dentro un canyon e non capisci come accidenti ci sei finito, ma nel frattempo sei sceso dal minibus e stai guardando centinaia di mani dipinte sulle rocce diecimila anni fa e tutti quelli che sono con te continuano a parlare, ma e' come quando si e' al buio e si parla per sentirsi vicini e non avere paura, perche qui c'e' davvero qualcosa di inquietante e troppo, troppo potente per noi.

E' un posto dove facilmente si puo' dar fuori di matto: per fortuna con me ci sono anche due bancari romani assolutamente strepitosi("Dondandamosogi?" "Elvinoessinsero?" "Mesientomuchogaucho!" "Famosenafotocornandu'!") che mi tengono coi piedi per terra, per ora. Ma un posto del genere farebbe venire strane idee a chiunque, figuratevi a uno come me, che pensa ai massimi sistemi anche quando mette le mutande in lavatrice.
Se tutto si ridurra' a mettermi a leggere Sepulveda, vorra' dire che non ho capito un cazzo della vita.

P.S. Comunque finora e' Nandu'13 - Automobili 11: quando avvisti piu' nandu' che auto, e' un altro segnale che sei davvero lontano da casa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao paulette, ti leggo sempre, è un modo per sentirmi lontano da casa e per pensare a quanto è grande il mondo...
salutami er nandù
mav