sabato 6 gennaio 2007

IGUAZU' 2

Mattina dedicata alla parte argentina delle cascate. Manca l'effetto sorpresa, ma e' comunque una meraviglia, e ovviamente tutta quell'acqua crea un microambiente con piante e bestie strane e affascinanti, come il simpatico Tasso nasuto dalla coda procionosa (nome inventato, ovviamente: in Sudamerica tutti gli animali hanno nomi tipo curucu', piripi', trallala'.)

A pranzo ho vissuto una traumatica avventura gastronomica, in quella che le guide definiscono la migliore churrascaria in citta. Funziona cosi': entri e prendi un po' di normale insalata al buffet. Pomodori, lattuga, fagiolini.

Ti siedi, e ti portano quello che in Brasile e' un contorno standard: patatine fritte, yucca fritta, banane, ovviamente fritte, un digeribilissimo pane all'aglio, burro non si sa bene per cosa, e la solita quintalata di riso in bianco.

Dopodiche' si comincia: un impeccabile cameriere si presenta con uno spiedo, e allo spiedo e' attaccato un pezzo di carne alla brace. Il cameriere ti spiega brevemente di che taglio e bestia si tratta (potrebbe essere "la parte migliore del filetto" come "la prostata di mio suocero"), poi con un quasi-machete ne taglia una porzione equivalente a una bistecchina e te la mette nel piatto.

Prima che tu finisca di gustare il pezzo, si presenta un secondo cameriere con spiedo, e un nuovo pezzo di carne. Anche lui spiega di cosa si tratta, e te ne mette un po' nel piatto. Tu allora ne assaggi subito un boccone, finche' e' bello caldo, con l'idea di finire la prima bistecchina subito dopo. Ma non hai finito ne' la prima ne' la seconda, che arriva un terzo cameriere. Spiegazione e assaggio. Non puoi dirgli di passare dopo, perche' fa il giro dei tavoli con lo stesso spiedo. Cominci ad accellerare. Al sesto assaggio (li ho contati) hai rinunciato al contorno: non puoi permetterti di perdere tempo con dei pomodori, quando i camerieri incombono. Al decimo , ti succede di avere due camerieri IN CODA, uno dopo laltro. Ormai e' un meccanismo infernale, sembra un racconto di Buzzati, ma non puoi smettere, perche la carne e' davvero buona e soprattutto non vuoi sfigurare coi locali. Al dodicesimo ti viene il dubbio che semplicemente non ci sia una fine, che i camerieri verranno fino a che non li blocchi tu, o fino all'estinzione dei secoli. Se e' cosi', allora basta fermare i camerieri a un certo punto. Ma come capire se i pezzi sono continue novita' o sono repliche, visto che in fondo si assomigliano? Finche', al quindicesimo, la tragedia: arriva un pezzo di qualcosa avvolto nella pancetta sfrigolante. Non l'avevi ancora visto, ne sei certo. Questo significa che i tagli sono tutti inediti, che non ci sono ripetizioni. Sei spacciato.

Al ventiduesimo avevo due piatti praticamente pieni di porzioni non mangiate, e ho alzato bandiera bianca, sostendendo a fatica lo sguardo dei camerieri, colmo di disprezzo per lo straniero che non sa reggere un pranzo da uomo. Poi sono uscito, felice di sapere che la' fuori la mia digestione sarebbe stata resa meno scontata da una temperatura di 37 gradi.

(Dedico il racconto di quest'esperienza a mio padre, sperando che non metta mai piede in una churrascaria. Uno come lui, iperteso ed incapace di dire basta, sarebbe spacciato.)

4 commenti:

ella ha detto...

la frase "sembra un racconto di buzzati" mi ha fatto ridere mezz'ora.
lentino, sei un genio :)

Anonimo ha detto...

Guarda, secondo me potresti addirittura provarti a scrivere un libro. Oh, non necessariamente di appunti di viaggi, potrebbe essere un romanzo brillante, un misto tra......toh la butto lì.....lo scanzonato Stefano Benni, e il cinico Salinger de "Il giovane Holden". Troppo onore,eh?
Beh, alla tua età da dove vuoi cominciare a scrivere? dal basso come Giobbe Covatta?!
Se vuoi ti dò una mano con le bozze.
Ciaociao
Lucietta
(sì è vero, sono proprio io, la Zanda!)

Anonimo ha detto...

Ci ho pensato su. Ormai sono lanciata;ed essendo,come ben sai,quanto mai avvezza in famiglia a promuovere giovani talenti e a veder pubblicati libri, nella mia incommensurabile benevolenza, ti suggerirei addirittura il titolo di quello che potrebbe essere (udite udite!) il tuo primo romanzo.
Un sobrio,universalmente valido-soprattutto nel tuo caso- ed intrigante “LENTI(na) A CONTATTO”.

Bello eh??
LUCIETTA

Anonimo ha detto...

Hmmm....caaaarne! *sbava*