mercoledì 17 gennaio 2007

TORRI DEL PAINE, CILE

Se si esclude il contenuto di un minuscolo bikini bianco a Copacabana, finora lo spettacolo naturale che piu' mi ha emozionato erano state le cascate di Iguazu'. Ma dopo il ghiacciaio di Perito Moreno ho dei dubbi sul primato.

Immaginate la facciata di un palazzo alto venti piani, ma largo quattro chilometri. Immaginate che la facciata sia fatta solo di guglie di ghiaccio, con tutte le sfumature di colore dal bianco al blu cobalto. Immaginate che dietro la facciata ci siano altri trenta chilometri di ghiacciaio, e che questo mostro avanzi continuamente, e che ogni tanto vi capiti di vedere una di queste guglie staccarsi e precipitare nel lago sottostante con un rumore come di immane peto celeste. Immaginate, infine, che la vostra guida sia stata cosi' lungimirante da trascinarvi giu' dal letto alle sei e mezza pur di mettervi in condizione di ammirare tutto questo nel silenzio piu' totale.


Questo e' il ghiacciaio Perito Moreno, uno di quegli spettacoli di fronte ai quali domande fondamentali della vita raggiungono la loro piena dimensione, domande come "Nel Grande fratello 7 ci sara' o no la ballerina di lap dance?"


Il resto e' viaggiare, viaggiare, viaggiare, sempre piu' a Sud, e sempre piu' al gelo. Ormai ho il burro di cacao costantemente in bocca, tipo sigaretta di Humphrey Bogart, e penso che ammalarmi sia solo questione di pochi giorni. Meno male: mi seccherebbe essermi portato tutte quelle medicine per niente.

Si sbadiglia quando si incrociano nandu' e guanachi, sempre piu' spudorati nello stare vicino alla strada, nel vano tentativo di attirare l'attenzione. Piu' interessante l'incrocio con le pecore locali, che sembrano disegnate da Botero, con qualche volpe, armadillo, puzzola, condor, e qualche - sempre piu' raro - esemplare di essere umano.

La sera abbiamo dormito in una fattoria con 20.000 pecore e altrettanti ettari di terreno (e da queste parti e' considerata una PICCOLA fattoria), talmente isolata che il proprietario ha aperto un agriturismo pur di vedere qualche faccia nuova. Per cena ho sbafato un agnello divino, io che odio l'agnello, e ho seriamente rischiato un'indigestione di splendide fragole patagoniche. Ora sono nell'ennesimo posto meraviglioso, di fronte ad un altro tramonto incredibile. Umpf, che noia.

1 commento:

Unknown ha detto...

lo conosco quel posto. è dove va chuck norris quando ha voglia di una granita.